Marijuana sì, marijuana no: dipende.
La marijuana contiene una vasta gamma di composti, questi possono avere effetti vari e differenti, sul corpo e in base alle persone. Non tutti i suoi effetti sono nettamente positivi, ma alcuni possono addirittura essere utili come “trattamento”.
Questo discorso vale, allo stesso modo per alcuni prodotti derivati dalla marijuana, da consumare in certe quantità. Inoltre, la cannabis può essere utilizzata, ma non sempre, non dappertutto e non in tutte le sue “forme”. Per esempio, si può trovare marijuana legale in america, ma non in tutti gli stati.
Bisognerebbe analizzare con cura vari aspetti: cosa significa utilizzare marijuana, quale tipo di marijuana, dove si può comprare, come potrebbe giovare alla propria persona, come usarla, gli eventuali rischi e lo status di legalità e illegalità nei vari stati.
Perché? Per essere informati e fare scelte consapevoli.
La ricerca della marijuana light e la legalità negli stati
Oggi a crescere sono soprattutto le ricerche inerenti la marijuana light e i prodotti da essa derivati. I milioni di ricerche mensili, per esempio in America, non vengono considerate una sorpresa. Addirittura, i ricercatori dell'Università della California (San Diego) e della Johns Hopkins University si sono messi ad analizzare i dati sulla frequenza di ricerca sui prodotti light e lo studio ha dimostrato che i livelli di ricerca sono cresciuti esponenzialmente tra il 2016 e il 2017.
Questo succede perché tutti, tranne 17 tra gli stati americani, hanno deciso di legalizzare la marijuana in una qualche forma. L'Illinois è lo stato che è entrato più recentemente a far parte del grande club. Secondo gli esperti nel settore anche altri stati, come il New Jersey e New York, presto seguiranno l'esempio degli altri.
Secondo la legislazione federale una pianta con lo 0,3% (ed anche meno) di THC è definibile "canapa industriale". Questo è quello che appare dal punto di vista del governo. Nel caso in cui la pianta superi il limite stabilito, il governo andrà a considerare la pianta di marijuana utile ai fini ricreativi e ne limiterà il commercio. Dunque, non solo la canapa, ma anche i prodotti da essa derivati sono considerati legali secondo il Farm Bill, sempre a patto che il loro contenuto di THC rimanga pari o inferiore allo 0,3%.
Purtroppo, però, c'è ancora un bel po' di confusione sulle specifiche e questo crea caos tra i consumatori. La gente, comunque, dovrebbe sempre cercare di informarsi e controllare le leggi dello stato in cui vive o di qualsiasi destinazione di eventuali viaggi. Bisogna anche ricordare che, siccome la FDA (Food and Drug Administration) non ha, in questo momento, approvato determinati prodotti derivati da marijuana, che non siano oggetto di prescrizione, questo può significare: effetti negativi per i consumatori.
In questo modo le persone non hanno garanzie, perché non possono essere certe della qualità del prodotto. In certi casi non possono neppure essere sicuri di cosa contenga il prodotto che acquistano.
Per quanto riguarda la questione CBD, invece, questa sostanza è sicuramente disponibile in tutti i cinquanta stati, ma in che misura?
Il fatto è che, a livello legislativo, il governo federale vuole ancora classificare la sostanza del CBD nella stessa categoria della marijuana, ma il composto è diventato essenziale nella comunità di coloro che considerano, non solo il CBD ma anche la marijuana utile ai fini terapeutici. Inoltre, la posizione del governo rimane poco chiara anche in questo caso. Il punto è che si cerca ancora di definire se il cannabidiolo provenga dalla marijuana o dalla canapa. Uno dei momenti di svolta, tra i più critici per la legalità del CBD, è arrivato nel 2018 con i limiti imposti su alcuni degli elementi contenuti nelle piante.
Il CBD, comunque, non è l’unico cannabinoide ma uno dei tanti presenti nelle piante di cannabis. Questo composto ha una vasta gamma di potenziali benefici e risulta particolarmente utile nel trattamento dello stress, per l'ansia, per la depressione, per l'epilessia, il dolore e per le infiammazioni.
Bisogna dire che mentre il CBD “puro” viene generalmente considerato sicuro, negli Stati Uniti il governo non regola tutti gli aspetti della situazione a livello federale. Ad esempio, come detto sopra, il governo non conferma e non approva la purezza di tutti gli ingredienti utilizzati dai produttori. La maggior parte del CBD prodotto proviene dal Colorado, dall'Oregon e dal Kentucky, poi ci sono le forniture aggiuntive che arrivano da oltreoceano.
I consumatori, comunque, acquistano i prodotti del CBD online o di persona nei negozi al dettaglio.
Sembra opportuno e consigliabile che ogni persona si organizzi in base alla propria esperienza. Per esempio, per chi non avesse mai acquistato marijuana bisognerebbe considerare il tipo light più vicino alle proprie esigenze. Ad ogni modo bisogna sempre verificare che la fonte da cui ci si rifornisce tratti prodotti di qualità, come accade per il sito di Justbob e di tutti quelli che lavorano ad un certo livello.
Basta dare un’occhiata agli ingredienti e alle indicazioni, soprattutto nel caso di prodotti derivati.
Alcuni prodotti seppur non approvati sono comunque legali in alcuni Stati, ma non in tutti. L'aumento delle regolamentazioni negli Stati Uniti fa emergere dati sui dosaggi e lascia intendere che le prescrizioni saranno sempre più specifiche. In ogni caso, può sempre essere utile che le persone si rivolgano ad un medico di base nel caso dell’utilizzo di certi prodotti, soprattutto quelli non approvati.
Infine, da sottolineare ancora, l’importanza di fare ricerche per essere certi di non infrangere leggi regionali e locali.