25 Ottobre 2011
Bisogna dare atto ai Pitchshifter di aver coraggio. Fin dagli esordi hanno intrapreso un cammino fatto di continue evoluzioni stilistiche.
L'innata voglia di sperimentare e l'attitudine a non sedimentarsi su quanto fatto li ha portati ad una continua mutazione sonora che, disco dopo disco, ha preso corpo e sostanza.
Partendo da un robusto e potente industrial metal sono finiti pian piano per mutarsi in un ibrido, fatto di punk/hardcore vagamente old-school ed elettronica delle più martellanti. Il tutto sempre ampiamente variegato da abbondanti dosi di metal, giusto per dare ulteriore vigoria ad un sound di per sé già bello ed aggressivo.
La volontà di tentare nuove soluzioni non sempre corrisponde a dischi d'alto valore.
Come dire: non tutte le ciambelle riescono con il buco.
In questo caso il buco mancante è Deviant, sesta prova in studio per il combo anglosassone. Giusto in mezzo al precedente www.pitchshifter.com, che segna il quasi abbandono delle sonorità industrial indirizzate ora verso un hardcore elettronico in via di rodaggio, e il mezzo capolavoro chiamato PSI.
Disco questo che assesta la band sui binari musicali che intende seguire.
Sarà per via di questa fase di assestamento che il disco è un mezzo passo falso. Mezzo perché la band ha dalla sua il saper suonare e non è cosa da poco. Episodi degni di nota ne troviamo anche su Deviant a cominciare da Wafer Thin che sembra preannunciare quanto ascolteremo nelle successive incisioni.
Keep it Clean e Hidden Agenda sono il loro manifesto cyber-core, la perfetta sintesi della mistura musicale imbastita dalla band fino a quel momento.
Hardcore, elettronica e metal.
Sono questi gli ingredienti e questa è la ricetta per dosarli ed amalgamarli al meglio.
Qualcosa da salvare dunque c'è, vien da sussurrare ascoltando Dead Battery e Everything's Fucked. Quest'ultima, soprattutto, è una gran bella canzone.
Potente e carica di vitalità come solo i Pitchshifter sanno fare, la perfetta impronta del loro sound. Caratteristico e facilmente riconoscibile.
Per il resto tutto scorre su binari più o meno uguali.
Senza cali di energia, ma privo di acuti degni di nota.
Ultimo brano da sottolineare è As Seen On Tv che vede la presenza di Jello Biafra, voce storica dei fondamentali Dead Kennedys. Il brano ad onor del vero pare una caricatura delle vecchie e rabbiose denunce sociali che la band americana riusciva ad imbastire. Sembra di assistere ad un revival, mal riuscito, dei bei tempi che furono.
Degno di nota per la presenza di un grande artista, ma musicalmente poco rilevante.
Curiosità
Nella copertina del disco è opera di Gee Vaucher , artista anarchico e pacifica, ex membro della storica punk band Crass.
In essa sono presenti le caricature di Papa Giovanni Paolo II e della regina Elisabetta, sovrapposte a creare un volto non particolarmente gradevole a vedersi.
Inutile dire che le critiche non si sono sprecate e alla band è stato addirittura vietato di esibirsi in Polonia per qualche anno.