Streaming tra rivoluzione e futuro: come stanno le cose?
Il mondo dello streaming - è innegabile - ha rivoluzionato il modo di fare intrattenimento. Al punto tale che oggi si può distinguere un prima ed un dopo, segnato inevitabilmente dall’impatto che lo streaming ha avuto su milioni di utenti.
In principio sono state le serie tv, poi il resto è storia nota. Netflix, Prime Video, Chilli, Apple Tv, Paramount, DAZN. Ma anche Spotify, PS Now, Audible. Per ogni genere c’è oggi un servizio streaming di qualità e sempre disponibile, ovunque nel mondo, a portata di connessione.
Un nuovo modo di intendere il divertimento e l’intrattenimento, capace di mettere da parte la tv tradizionale e le radio, di andare anche oltre il concetto stesso di Internet, portabilità, accessibilità.
Anche il futuro della TV, in una sola parola, è online. Ma qual è lo stato dell’arte?
Netflix, cambio di marcia?
Lo stato dell’arte non può che partire dalla crisi di Netflix, in termini di utenti e ricavi, che ha portato al primo cambio di marcia: Reed Hastings, cofondatore del colosso della Silicon Valley, ha rassegnato le sue dimissioni dopo 25 anni.
La fine di un’era, nel momento in cui Netflix non è più l’unico attore sulla scena e si barcamena in un contesto che non lo vede più padrone assoluto della situazione. Il 2022 è però finito in maniera agrodolce, ora la svolta sull’uso delle password.
In Italia la situazione è chiara. I servizi streaming – nella loro classifica virtuale – vedono Netflix in cima alle preferenze, ma forse più per abitudine che per fedeltà. Anche perché alle spalle, altri colossi, scalzano: su tutti Prime Video, che si è aggiudicato il 27% delle preferenze nel mercato italiano, a fronte del 28% di Netflix.
Al terzo posto sbuca Disney+, che in Italia è arrivato con qualche tempo di ritardo, in piena stagione Covid: ad oggi è il 17% del mercato il marchio di Walt Disney Company. Sono questi i tre colossi che in Italia dettano legge e detengono monopoli, per ora.
Tutti gli altri inseguono: Now Tv al 5%, Tim Vision uguale. Sky Go insegue al 3%, complice il fatto che la tv via cavo, in questo caso, è ancora predominante. Infinity e Paramount chiudono il cerchio.
Sono dati momentanei, ovviamente, in vista di un 2023 che si annuncia scoppiettante. Anche perché molte piattaforme sono di recente implementazione ed attendono ancora il grande salto. Che – lo insegnano la storia ed i dati – arriverà presto o tardi. I colossi sono avvisati.